mercoledì 24 settembre 2014

Ossimori

Negli ultimi nove mesi.
Ho letto molto
Ho visto film che non dimenticherò
Ho sfornato biscotti, infornato torte.
Ho cercato parcheggio
Ho steso e ritirato panni
Ho ingoiato tante patatine per capire se anche quelle possono colmare voragini che non si limitano al buconellostomaco
Ho camminato, corso, nuotato.
Ho incartato regali per far sorridere qualcuno
Ho scritto bigliettini e innumerevoli pagine che nessuno leggerà
Ho cantato a voce alta, ho ballato.
Dopo anni ho fumato di nuovo una sigaretta. E mi è piaciuto il senso di rincoglionimento che ne è seguito.
Ho urlato.
Ho fatto bei sogni
Ma molto più spesso orribili sogni
Ho comprato cose inutili
Ho buttato cose che poi sicuramente cercherò perché mi servivano.
Ho attaccato bottoni
Ho baciato
Mi sono fatta abbracciare
Ho giocato
Ho perso l’orientamento. Non l’ho mai ritrovato

Sono passate tante cose in questi miei giorni e non ne è mai passato uno senza averti accarezzato mentalmente silenziosamente teneramente.
Anche se non ci sei
E qualche volta il dolore punge di più, nonostante il tempo passi, torna violento come quel giorno, come un pugno in piena faccia.
Ma mi vedi? Sto in piedi.

Vivere morendo.




martedì 9 settembre 2014

Stay zen.

Non ho voglia
Non ho voglia di lavorare
Non ho voglia di dormire e nemmeno di stare sveglia
E’ un momento “gaute da suta” che in piemontese è una sorta di “levati di torno che è meglio”
Mordo, pizzico, strozzo. Tutto mentalmente, ovvio.
Ma se dovessi dar retta all’impulso? Una strage.
Sono elettrica e potrei dare la scossa se qualcuno mi sfiora.
Dovrò chiamare l’Enel e offrire l’energia prodotta perché non vada sprecata.
Non ho dato un degno benvenuto al mio mese, settembre.
Nei suoi primi sette giorni però ho festeggiato un compleanno tra i più importanti, camminato tra i boschi della Val di Cogne a più di 2000 metri - dove il cuore sembra più leggero -, ho cullato col pensiero un grande amore, ho fatto piani, li ho disfatti, poi ricostruiti e distrutti ancora.
Ho aspettato una mail, una telefonata, un segno.
Poi mi sono autoscrollata e ho pigiato le dita su quella tastiera telefonica.
Adesso sono di nuovo in attesa, ma più cheta.
Aspetto le nuove regole del gioco.
Dove 'gioco' sta per 'granfatica'
Sto aprendo tutto, cuore mente anima braccia: non scansarmi, te ne prego.