martedì 25 novembre 2014

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Ti infili nel letto, sai di sapone e shampoo alla menta.
Potrei annusarti all’infinito, il tuo odore che è l’odore di casa, di passato, di futuro.
Di presente.
E’ a questo che abbiamo deciso di pensare. Perché tanto non c’è altro tempo se non …ora.
Io e te, disperati della stessa disperazione, appiccicati allo scoramento con la stessa colla.
Noi due che abbiamo sintonizzato i pensieri sulla stessa frequenza, trovando la stessa musica perfetta.
Non possiamo partire per un viaggio così importante zoppi, confusi, già stanchi.
Ce lo meritiamo un Natale tranquillo, meritiamo di abbracciarci per il solo gusto di farlo non per tenerci su l’uno con l’altra come abbiamo fatto nell’ultimo anno.
Abbiamo bisogno di leggerezza prima di caricarci all’inverosimile.

Vieni amore, non voltarti, dammi la mano, buon Natale.

giovedì 13 novembre 2014

‘Il vero perdente è uno che ha così paura di non vincere che nemmeno ci prova’ diceva uno.

Camminavo verso l’ufficio con il mio bicchiere di cappuccino in mano, sono entrata in cortile, non ho evitato le pozzanghere - mi piace infilarci i piedi dentro.
Ho guardato il cielo (cercosemprete), il grigio spezzato da qualche brandello di celeste, c’era luce finalmente stamattina, ho respirato un po’ più a fondo, ho pensato “forza, partiamo, sei in grado di farlo”.
Questi momenti di coraggio durano davvero pochi secondi.
Ho tra le mani un piano terapeutico, nuovo, stravolto in tutto, da 51 ore non penso ad altro, da 51 ore lo giro, lo rigiro, lo analizzo, cerco su internet, lo rifiuto, poi lo accetto, poi tremo, ci credo, non ci credo affatto, mi arrovello su ogni parola.
Mi consumerò.
Molto spesso mi chiedo se ha ancora senso insistere se la vita me l’ha già detto in tutti i modi che non posso essere mamma.
E poi, altrettanto spesso, mi dico che ce l’ho nel sangue questo..”ruolo”, mi scorre nelle vene da sempre, e che se un piccolo cuore ha palpitato in me per nove settimane significa che ce la farò ancora, ce la farò davvero.
La realtà è che non so dove prendere la forza per affrontare di nuovo tutto, in particolare per prepararmi a una sconfitta, ma non ho tempo per tornare tutta intera, sicura di me, pronta alla lotta. Non ce l’ho perché sono vecchia.
Mi accorgo di stupirmi quando ho un slancio verso qualcosa, quando in testa mi arriva un pensiero tipo “ho voglia di fare questo o quell’altro”.. perchè non sono più abituata a vivere.
Un anno fa vedevo il mio bambino, o meglio, il suo piccolo cuore battere ed ero la persona più felice del mondo, poi è franato tutto, io in un attimo soffocata, distrutta, incapace di stare in piedi.
Il cammino fino ad oggi è stato sfiancante, c’è davvero poco fiato per prendere questa rincorsa.
So che c’è una mano da afferrare per proseguire, anche se barcollando.
E allora, forse, è quello che farò.

“…ma esistiamo io e te, con la nostra ribellione alla statistica...”

mercoledì 5 novembre 2014

Cullo questo mio sogno da tantissimo tempo. E non so farne a meno.
Ci ho immaginati un miliardo e mezzo di volte, in tutte le situazioni, ovviamente prediligendo quelle positive.
Quando uno sogna lo fa per bene.
Ci ho visti splendidi, insieme, sereni e sorridenti.
Ci ho visti stanchissimi, anelando a un’ora intera di sonno.
E ho visto le tue manine, le ho viste posate dentro a quelle del tuo babbo, il suo sguardo perdutamente innamorato su di te, lui che ti annusa e chiude gli occhi per non far uscire più nulla di tutta questa meraviglia.
Ho visto una casa piccola e molto più incasinata di ora, una gatta curiosa che ha paura ma vuole starti vicina, sa chi sei, ti cerca, annusa le tue cose.
Ho visto vicini e conoscenti che ci fermano per strada per guardarti, li ho sentiti dire quella serie di cose che si dice in queste occasioni, qualcuna stupida, ma a noi che importa?
Ho visto noi tre sul lettone e mi è sembrata l’essenza della vita intera, quell’immagine.
Ho visto verdure frullate diventare la materia prima per la riproduzione di un Pollock sul nostro muro della cucina.
E ho visto il primo passo verso la tua vita da indipendente, quello che ti porterà a camminare con sicurezza e dopo a correre.
Ho visto pannolini stipati nel nostro bagno minuscolo e dopo un vasino sul quale star seduti per luuuungo tempo.
Non mi sono sfuggiti nemmeno i tuoi logoranti capricci dovuti alla testardaggine che non poteva non abitarti, per colpa dei tuoi genitori. Buon sangue non mente.
Ho visto nonni gioiosi e molti viaggi verso l’altracasa, una Firenze che ci aspetta con più impazienza.
Ho visto le nostre montagne accogliere le tue gambine pronte a "scalarle", spinte dall’innata passione del tuo babbo. E così ho trovato le tue tasche piene di pietroline, con chissà quale storia dietro…che il nostro geologo di casa ti avrà sicuramente raccontato.
Ho visto i tuoi morbidi ricci rossi e i tuoi occhi furbi a cui non so negare nulla.

E poi finalmente mi sono addormentata, per fare un altro sogno, per convincermi che esistono concetti tanto semplici quanto crudeli come rassegnazione, chisaccontentagode, pazienza.

martedì 4 novembre 2014

Vabè.

Ha cominciato a scendere una pioggerellina leggera ma insidiosa.
Poi s’è fatta fitta fitta.
Ora piove a dirotto e sembra che voglia durare parecchio.
Del resto è novembre: vogliamo negargli d’esser grigio?
Ma per carità.
Ieri ho fatto i canestrelli per combattere la malinconia, ci ho messo su tanto zucchero a velo perché si sa, lo zucchero rende (un po’ più) vivi.
Me, di sicuro.
Sono inquieta, il mio stomaco lo è.
E non posso ingoiare un kg di biscotti zuccherati.
Poi la radio ha passato “tanto già lo sapevi che tornavo da te…senza niente da dire…senza tante parole….
E immediatamente ho sorriso.
Perché Lorenzo mi rende il cuore fragile.
Mi si infila nella trama come un coltello nel burro a temperaturaambiente.
E’ la mia debolezza, non so resistergli.
Proprio che mi cambia la faccia, fosse pure per tre secondi netti.

Ma che balenga, gente.