venerdì 25 luglio 2014

Unpaiodicoseacaso.

Ho bisogno di spensieratezza.
Di una tranquillità interiore che ho perso mille anni fa, mi pare.
Di ridere senza ombre e alzarmi al mattino senza stanchezza.
Vorrei di nuovo guardarmi allo specchio senza odiarmi.

Per la cronaca, oltre a magonare, scrivere frasi tristi e sottomettermi alla malinconia, faccio anche qualcosa di diverso.

Se ho l’ispirazione impasto dolci e mescolo magiche pozioni zuccherose.
Coltivo erbe aromatiche e fiori che mi sopravvivono raramente, salvo eccezioni. Ma ci provo sempre.
Compro libri in numero non congruo allo spazio occupabile ancora in una casa di 38 mq.
A volte solo per il piacere di accarezzare una copertina che mi piace e sapere di averla lì, riposta da qualche parte, per quando la vorrò aprire.
Porterei con me ogni micio incontrato per strada, in campagna, in un negozio o dal veterinario.
Ma non posso. E poi c’è Brigidina detta Brì, gattessa bizzosa pretenziosa preziosa.
Allora mi rifaccio con le All Star, porto a casa quelle. Un giorno, per questo insano vizio, finirò per mettere alla porta il mio coinquilino maschio, non c’è più spazio.
(sto scherzando.. sto-scher-zan-do)
Mi trucco raramente, anche se magari aiuterebbe un’eventuale ritorno di fiamma nei confronti di me stessa.
A domare i capelli ho rinunciato tanto tempo fa.
E le mie ossa si sono recentemente coperte un po’, grazie alla Lenticchia che mi ha abitata per poi autosfrattarsi come se niente fosse.

E poi amo. Amo molto, amo senza speranza, perché non mi so frenare.
Amo lui, come non avevo amato mai.
Amo anche chi non se lo merita J

Uh!

martedì 22 luglio 2014

...

Il branzino arrostito è nel piatto.
Il lieve fumo che sale distrae il mio sguardo che seguiva il volo delle rondini, alte nel cielo, qui fuori dalla nostra finestra spalancata.
Mi hai riempito il bicchiere di Bud, so già che tra due sorsi la testa mi girerà e un senso di instabilità si impossesserà di me. Ma sono seduta.
Scelgo le patate tagliate a tocchetti, ci lascio cadere sopra un 'C' d'olio, come dite voi a Firenze.
Dietro le mie spalle un telegiornale qualunque blatera di morte e disgrazie che ora non voglio sentire, voglio fare come se non fosse successo nulla.
Impilo i piatti, scuoto la tovaglia.
Pensavo a come la nostra fame non si plachi mai, arriva da un posto più profondo dello stomaco. Sarà per quello.
Forse i nostri sogni sono troppo grandi.
La nostra vita continua.
E' quasi tutto come prima.
La tua barba bicolore.
I miei ricci da pazzoide.
Questa spessa malinconia che m'ha fatto il fondo dentro, come le vinacce nei caratelli.

martedì 8 luglio 2014

Lo sognavo così.

Ogni giorno di quelle splendide 9 settimane + 2 ho dedicato un pensiero ad oggi.
Probabilmente avrei svegliato mio marito nella notte, certa che fosse l’ora giusta per prendere la borsa (pronta da chissà quanto) e andare in ospedale, viste le contrazioni regolari e ravvicinate.
Lui sarebbe schizzato fuori dal letto, pronto in 3 minuti, la micia si sarebbe chiesta per quale ragione noi due stupidi non ci godevamo le ore di sonno prima della sveglia invece di vestirci e uscire.
Avremmo respirato insieme, perché lo so, mi avrebbe fatta respirare come al corso pre-parto.
Saremmo entrati in quell’ospedale che invece di farti nascere mi ha dato la definitiva, orrenda sentenza.
Sarebbe stato faticoso, lungo, sfiancante, dolorosissimo.
Ma anche ora so che avrei affrontato qualsiasi cosa pur di poterti stringere tra le braccia e vedere gli occhi di tuo padre.
Volevo innamorarmi al primo respiro.
Volevo dire al mondo quanto eri bello e io sfatta.
Volevo amarti smisuratamente.
Volevo portarti da Brì e farle vedere che eri finalmente arrivato, ecco perché eravamo fuggiti da casa nel cuore della notte.

Evidentemente il corpo ha memoria. Questa notte alle 2.30 ero sveglia in preda a una potentissima nausea. Sono stata sveglia ore a guardare il buio.
A pensare a te, che invece te ne sei andato.