martedì 22 luglio 2014

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Il branzino arrostito è nel piatto.
Il lieve fumo che sale distrae il mio sguardo che seguiva il volo delle rondini, alte nel cielo, qui fuori dalla nostra finestra spalancata.
Mi hai riempito il bicchiere di Bud, so già che tra due sorsi la testa mi girerà e un senso di instabilità si impossesserà di me. Ma sono seduta.
Scelgo le patate tagliate a tocchetti, ci lascio cadere sopra un 'C' d'olio, come dite voi a Firenze.
Dietro le mie spalle un telegiornale qualunque blatera di morte e disgrazie che ora non voglio sentire, voglio fare come se non fosse successo nulla.
Impilo i piatti, scuoto la tovaglia.
Pensavo a come la nostra fame non si plachi mai, arriva da un posto più profondo dello stomaco. Sarà per quello.
Forse i nostri sogni sono troppo grandi.
La nostra vita continua.
E' quasi tutto come prima.
La tua barba bicolore.
I miei ricci da pazzoide.
Questa spessa malinconia che m'ha fatto il fondo dentro, come le vinacce nei caratelli.

1 commento:

  1. Questo rileggerti, mi fa sentire in colpa per quanto poco ci sono stata e mi ha fatto scoppiare la necessità di stringerti forte, fortissimo

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