martedì 14 ottobre 2014

Scazzi

Non so come bloccare questo mostro che mi mangia.
Mi rosicchia anche le ossa.
Non posso evitare di pensare che un anno fa a quest’ora ero a Firenze, confusa e felice, non riuscivo a smettere di sorridere, con la mano sulla pancia, mi riportavo a casa i miei piccini.
Che poi sarebbe rimasto uno soltanto.
Che poi se ne sarebbe andato, lasciandomi sola e colma di un dolore che non vuole passare.
Spesso penso di non avere voglia di andare oltre.
Non c’è volontà di nulla, in me. E’ come lasciarsi andare piano piano all’oblio. Non mi ricordo più di me. Prima.
Ma mi vedo, mi guardo dal vetro e resto immobile. Alzo le spalle e mi giro dall’altra parte.
Ho perso interesse per il mondo in generale.
Ciò che mi muove è una forza remota, una reazione spontanea come il movimento dei polmoni.
Così mi alzo al mattino, esco, lavoro, faccio la spesa, interagisco incredibilmente con chi mi sta intorno, magari sembro pure “normale”.
Il problema è che non so dove sto andando.
Forse non lo sa nessuno.
Ma io vago. Passeggio in una sala d’attesa che pare infinita. Non leggo una rivista, non parlo con gli altri che aspettano, passeggio. Ma nessuno mi chiamerà, passeggio in un posto chenoncè.
Come me.
Elenanoncè.
Eppure c’è e io non lo sopporto più ‘sto fantoccio di me.
Come ci si libera di noi stessi?

9 commenti:

  1. Bella domanda!
    Purtroppo io risposta non ce l'ho.
    Ho provato a scavare, covoli, si trova di tutto, tranne certe risposte...ma io non trovo manco le mutande nel cassetto!

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  2. Ma in fondo...chissenefrega, le mutande non sono necessarie... ;)

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  3. Queste parole pungono, fanno un grande male. La tua storia, la mia.
    È difficile, eccome se lo è e sarebbe bello avere una soluzione.
    <3

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  4. Quanto ti capisco, quanto mi sento esattamente come te. Vagare senza meta, un tapis roulant che non porta da nessuna parte. Mi dispiace, posso dire solo questo. Se avessi una soluzione te la regalerei, con tutto il cuore.

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  5. @ilfruttodellapassione @laprincess allora facciamo così, la prima che trova la soluzione chiama le altre due ;) E' già molto bello sapere che ci siete, mi capite, mi avete pensata. Grazie.

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  6. Non so esattamente di cosa si tratta, anche se dalle tue parole posso capire.
    Ciò che, giustamente, non riesco a capire è il tuo dolore, non lo posso, purtroppo nemmeno immaginare.
    La cosa che, a mio avviso, potrebbe farti pensare che non è vero che stai cadendo nell'oblio è il fatto stesso che tu abbia messo nero su bianco il tuo dolore, il fatto di averne parlato, di avere consapevolezza di come ti senti...Di questo dovresti farne tesoro. Dovresti farlo più spesso, ti aiuterebbe.

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  7. per quanto io sia stata fortunata non riesco a dimenticare, conosco quel dolore così lacerante da non lasciarti più. Ti abbraccio forte anche se vorrei avere la cura e fartene dono.

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  8. In questo caso si può dire: basta il pensiero... Perchè mi sembra una cosa molto bella che tu abbia dedicato un pensiero così prezioso a me. Grazie di cuore. Ti abbraccio anch'io.

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